La Tangoterapia, concepita come una delle possibilità psicoterapeutiche nell’ambito della Medicina integrativa, è un sistema integrato che utilizza gli strumenti del tango: la sua musica, la sua poesia, la sua filosofia, i suoi codici, la sua cultura, nonché la sua struttura, i suoi passi, la sua tecnica, e in particolar modo il suo approccio al ballo, che, promuovendo un’esperienza emozionale che coinvolge il corpo in primis quale mediatore privilegiato, avvolto nell’abbraccio del tango, permette di avvicinarsi ad una più profonda conoscenza personale, della propria psiche, e l’esplorazione delle proprie risorse psicologiche, sotto la guida di un terapeuta e di un assistente (un maestro, un insegnante di tango) entrambi opportunamente formati e addestrati, consentendo così anche la diagnosi, il trattamento e la ricerca.

Attraverso essa impareremo a esperire le nostre emozioni, a sentire i nostri vissuti e l’eco che posso lasciare, apprendendo ad avere una maggiore consapevolezza del nostro corpo, principale veicolo attraverso il quale facciamo esperienza.

Soprattutto in caso di malattia, ci abituiamo ad avere consapevolezza del nostro corpo esclusivamente e principalmente attraverso il dolore, con un percorso di tangoterapia impareremo ad averne consapevolezza, percezione, anche tramite il piacere e non più soltanto tramite il dolore.

Non è una scuola di tango, è un percorso di tangoterapia, cioè fare terapia (ovvero l’atto di curare attraverso la parola) in aggiunta al tango, il ballo diviene quindi un mezzo per fare terapia, e il nostro scopo allora non sarà diventare dei ballerini provetti!

E quindi non occorre avere esperienza di ballo di alcun genere, non occorre avere particolari conoscenze, non occorre nessuna particolare fisicità, è richiesta ed è necessaria soltanto la volontà e la voglia di mettersi in gioco.

Non è necessario presentarsi in coppia, anzi è vivamente consigliato, sarebbe l’ideale, se tutti i partecipanti fossero tra loro dei completi estranei.

La distinzione tra uomini e donne, la percentuale di rappresentanza tra maschi e femmine, non ha importanza alcuna, non essendo una scuola di tango non dobbiamo riferirci ad un partner in particolare, ruoteremo e cambieremo spesso il partner con cui lavorare, e coppie dello stesso sesso si formeranno senza alcuna sorta di problema, indistintamente (anche se nel gruppo uno o due uomini sarebbero necessari in quanto la presenza del sesso opposto genera una sorta di condizionamento – ad esempio a livello di ormoni, di attivazione di fantasie, ecc.).

La psiconcologa prof.ssa Anna Costantini, che da anni cura la formazione in Tangoterapia in qualità di Responsabile Scientifico, assieme al dott. Federico Trossero, descrive i benefici del ballo, e in particolare del tango.

Il ballo è un comportamento umano universale, una costante nella storia dell’uomo – le prime testimonianze si possono ritrovare nelle pitture rupestri di 20 mila anni fa.

Recentemente i neuroscienziati hanno osservato come il ballo attiva metabolicamente tutto il cervello e durante il ballo aumentano i livelli di alcune proteine del sistema nervoso centrale e periferico che servono alla sopravvivenza e alla differenziazione dei neuroni.

Inoltre, sostanze legate al piacere come la serotonina, le endorfine, la noradrenalina, la dopamina, vengono rilasciate con effetti importanti sulla sensazione di vigore e sulla sensazione di benessere.

Il tango argentino ha 2 caratteristiche: è un ballo di improvvisazione – quindi favorisce l’espressione e la creatività di entrambi i partner – e soprattutto è l’unico ballo che usa l’abbracciochiuso, e sappiamo che l’abbraccio stimola la secrezione di ossitocina, quella che è stata definita l’ormone dell’amore, l’ormone della felicità, e l’ossitocina è associata ad una diminuzione del cortisolo, l’ormone dello stress, quindi con conseguenti sentimenti di benessere, di piacevolezza, di rilassamento.

L’obiettivo della tangoterapia è quello di applicare il tango con un taglio psicologico in un percorso di terapia, una terapia di gruppo, con la mediazione del corpo.

È un metodo centrato su emozione, sentimento e pensiero, nato nel 1913 come danzaterapia.

Nella scuola di ballo o nel luogo dove balliamo, si entra e si interagisce con la propria personalità, e per questo ci sarà competizione, sorellanza o fratellanza.

Ci mette in contatto tramite l’abbraccio con il corpo dell’altro, permettendoci di capire cose di noi e dell’altro.

Anche le neuroscienze hanno parlato dell’abbraccio.

Il primo abbraccio della vita è quello della madre (o del padre o dell’infermiera) al bambino.

E ognuno ha un’esperienza diversa di questo abbraccio, che si registra nella nostra memoria come traccia.

Con l’abbraccio andiamo ad attivare e stimolare l’ormone dell’attaccamento, o dell’amore o della felicità, vale a dire l’ossitocina, un ormone prosociale, utile per renderci disponibili alle relazioni con il prossimo.

Viene prodotto nella donna durante la gravidanza, e il culmine della sua produzione si ha durante il momento dell’espulsione del neonato.Questo ormone andrà ad influenzare e determinare anche certe condotte, come il maternage.

Ebbene, il contatto fisico, l’abbraccio, stimola la produzione dell’ossitocina in tutti.

Con l’abbraccio, inoltre, viene attenuato e regolato il livello di cortisolo (l’ormonedello stress), andando a placare e calmare ad esempio l’ansietà, e stimola i circuiti cerebrali del piacere.

Il circuito del piacere (o della ricompensa) è regolato dalla dopamina, e già solamente alcune musiche agiscono su questo circuito della ricompensa (nella tangoterapia infatti la musica segue una progressione studiata, la sua trasmissione non è casuale ma ben scelta e pensata) e la musica triste in particolare va proprio a stimolare il circuito della ricompensa.

Valentina Basiglio
Psicologa Psicoterapeuta Tangoterapeuta